Intervista a Roberta Ruscica: come si diventa una giornalista “scomoda”
Giornalista di giudiziaria e Autrice del libro “I Boss di Stato” racconta a Noi di Arscriven.it il suo percorso lavorativo.
Quali consigli daresti a chi vuole fare la scrittrice?
La scrittura è un dono. Sono sempre stata convinta che è come il canto chi è stonato non potrà mai diventare un soprano. E la stessa cosa vale per uno scrittore che deve aver saper coniare ogni frase e pure giocare con le parole. Molti poi non leggono, però vorrebbero pubblicare libri. Quindi il suggerimento è quello di macinare pagine e pagine fin da bambini. Quando ero una bimba passavo ore e ore a leggere, la lettura è sempre stata la mia coperta di Linus. Indubbiamente questo clima si respira in famiglia, mio padre è stato un viatico, al punto che aveva già capito che sarei stata una giornalista. Ahimè, non aveva previsto che sarei diventata “scomoda”. Perciò si diventa scrittore soltanto leggendo moltissimo e alimentando sempre la propria curiosità.
Parlaci dei tuoi libri…
Ho pubblicato tre libri, tutti e tre sono accomunati da una città: Palermo. Che è stata sia nel bene che nel male, una vera e propria fucina. “Il Guado” fu pubblicato nel 1995 dalla Meridiana, la casa editrice fondata da Don Tonino Bello. Che prima di morire chiese a Padre Ennio Pintacuda di pubblicare un libro, e fu proprio un caso che subito dopo la strage di Via D Amelio, Padre Pintacuda chiese proprio a me di scriverlo. È una lunga intervista che segnò pure il divorzio eclatante fra lui e l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Il GUADO” mi permise di entrare nei sepolcri di Cosa Nostra e fu anche un passepartout per conoscere i meandri di un fenomeno criminale così annoso. Dopo due decenni, esattamente nell’autunno del 2015, la Sperling & Kupfer pubblica I Boss di Stato, un libro inchiesta che non avrei mai scritto se non avessi realizzato un lungo percorso di giornalista di giudiziaria. Infatti I Boss di Stato, dedicato al procuratore Paolo Borsellino, spiega le diverse sfaccettature della Mafia appalti, sicuramente una delle inchieste giudiziarie più importanti della storia italiana, che probabilmente ha decretato l’eliminazione del procuratore Borsellino, e non solo lui, perché ancora oggi rappresenta un ginepraio
Come dicevo sono una giornalista che si è occupata di inchieste giudiziarie, ma anche di tanti personaggi. Ma non mi ero mai occupata di argomenti spirituali, infatti ancora oggi mi chiedo come ho fatto a scrivere l’ultimo libro intervista di Padre Matteo La Grua. Proprio io che sono sempre stata abulica di fronte a temi così delicati. L‘incontro con il più grande esorcista della storia della chiesa italiana era stato voluto da un direttore di un mensile che mi chiese un servizio proprio su questi argomenti. Sono certa che già allora Padre Matteo La Grua mi aveva scelta per il suo ultimo libro che pubblicato prima da Piemme e poi da San Paolo..
Si dice che un giornalista deve andare sempre alla ricerca della verità, e tu Roberta cosa hai dimostrato appieno… parlaci dei tuoi progetti
Sempre di giudiziaria oppure altro
I miei progetti non si potranno realizzare finché non incontrerò un editore libero, sensibile, per bene… Perché sono una giornalista “scomoda” che affronta vicende delicate, esecrabili, inquietanti. Purtroppo la fiction è riuscita a penetrare anche nella saggistica che si dovrebbe occupare di inchieste giudiziarie, e così preferiscono edulcorare, enfatizzare fatti criminali che invece dovrebbero essere affrontati con i giusti mezzi dell’informazione. Finché si preferirà la spettacolarizzazione di certi eventi, come la cattura del più temibile boss di Cosa Nostra, la vera informazione vivrà giorni terribili. E i miei progetti rimarranno nel cassetto.