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RUBRICA: “Narrazioni del passato” a cura dell’archeologa Milena Costigliola
Continua il nostro viaggio sul filone del “Lusso tiberiano”, tra Sperlonga e Capri, attraverso gli scatti della bravissima Archeologa Milena Costagliola sulle orme del l’imperatore Tiberio.
La Perla bianca del Lazio e l’Isola Blu della Campania unite da un’unica storia.
Sperlonga e Capri, unite da sempre dal mare e dalla storia
CAPRI: GROTTA AZZURRA
“Vicino alla superficie dell’acqua, non lontano da me, visi una stella azzurra, che proiettava un lungo raggio di luce, puro c’è l’etere, sullo specchio d’acqua…”.
Così la Grotta Azzurra è descritta da Hans Christian Anderson.
La Grotta Azzurra, come la Grotta di Sperlonga, era utilizzata come un ninfeo marittimo.

L’antro, infatti, costituiva una vera e propria appendice subacquea a una villa augusto-tiberiana detta “di Gradola” o “di Gradelle”.
Testimoni di quest’utilizzo sono le numerose statue romane, rappresentanti Poseidone, un tritone e altre creature marine che in origine dovevano esser state disposte lungo le pareti della caverna.
Le statue, trovate nel 1963 dopo alcune indagini archeologiche, sono oggi custodite nel Museo della “Casa Rossa” ad Anacapri.
Fu l’archeologo Amedeo Maiuri, impegnato in diverse indagini archeologiche a Capri nel Novecento, a intuire il carattere di ninfeo marittimo della Grotta Azzurra:

“Penetrandovi [nella grotta Azzurra] a fatica con una cymba piscatoria, e meravigliato dalla luce azzurra di quell’antro, parvemi d’essere entrato nella casa di Glauco e del suo ceruleo corteo di Nereidi, e che nessun artificioso Ninfeo Marittimo rivestito di marmi e d’opera musiva potesse eguagliarlo in bellezza” (cit. A. Maiuri).

I colori inconfondibili della grotta più famosa del mondo.

Conosciuta per il suo inconfondibile colore dalle mille sfumature, effetto della rifrazione della luce esterna tramite una finestra sottomarina, la Grotta Azzurra continua ad affascinare migliaia di visitatori ogni anno, al pari della sua storia millenaria.

Dopo un lungo periodo di declino la Grotta fu riportata alla luce nel 1826 dai due pittori tedeschi, August Kopisch ed Ernst Fries.
I due, sfidando tutte le paure e le superstizioni dell’epoca, si avventurarono nell’antro restandone da subito stregati.

Oggi come ieri, le mani esperte dei marinai capresi accompagnano in questa esperienza da ricordare.
All’ingresso in grotta è necessario restare accovacciati sul fondo delle barchette biancazzurre e trattenere il respiro prima di entrare in uno degli antri più spettacolari al mondo.

Questo tour, da Sperlonga a Capri, è un’esperienza in cui il passato e il presente si fondono: si rivive la storia, si notano colori sulle strutture che il tempo non ha cancellato, pregevoli marmi conservati inducono alla costruzione delle fasi di vita degli ambienti, sembra di udire le voci degli antichi che beatamente sostano nelle speluncae godendo dei piaceri della vita.

Non resta che sognare, tornando indietro con la mentre, mentre il mare, elemento principe, è stato lì ad assistere il trascorrere dei secoli.





Dott.ssa Milena Costagliola
Laurea Quadriennale (V.O.) : Conservazione dei Beni Culturali, indirizzo Archeologico (Archeologia Subacquea) presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa.
Specializzazione in Archeologia Classica presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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