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Focus della commissione Cultura su Castel dell’Ovo e Maschio Angioino
Sentire dalla viva voce dei tecnici e dei dirigenti che si occupano della gestione di Castel dell’Ovo e del Maschio Angioino – è intervenuto alla riunione il responsabile dell’area Cultura e Turismo, Massimo Pacifico – notizie dirette su due problematiche particolari: quelle strutturali per Castel dell’Ovo, quelle sulla regolamentazione delle guide turistiche per il Maschio Angioino. Convocata su questi due argomenti, la commissione Cultura, preseduta da Luigi Carbone, ha discusso più in generale della migliore gestione dei beni culturali, dal punto di vista sia patrimoniale che dei servizi offerti a cittadini e turisti.
Grazie alla soluzione tecnica trovata di una tettoia per il passaggio dei visitatori per l’accesso a un ingresso secondario, Castel dell’Ovo non ha chiuso, e così si sono potute anche salvaguardare le manifestazioni fieristiche programmate. Si concluderà a breve la gara per la progettazione degli interventi di rifacimento delle facciate finanziati, con 8 milioni di euro, dal Patto per Napoli siglato nel 2016 tra Comune e Governo.
Per quanto riguarda il Maschio Angioino, è stata ricostruita, nel corso della riunione, la procedura che consente a associazioni o singole guide turistiche di accogliere e effettuare visite guidate nel castello. Nata come sperimentazione già 7 anni fa, poi prorogato, l’attività si configura come servizio a domanda individuale pagato dalle guide turistiche che accompagnano poi negli spazi del Castello i visitatori il cui numero, a causa della pandemia, ha subito una forte diminuzione.
Trovare soluzioni temporanee, se è necessario, non risolve i problemi, per Toti Lange (Misto): occorre una strategia globale sulla gestione dei beni monumentali e culturali, capace anche di accogliere la volontà di contribuire che spesso i privati manifestano. Servono scelte coraggiose, per Flavia Sorrentino (Movimento 5 Stelle) e un indirizzo politico chiaro, di visione, sulla gestione dei beni guardando, anche per i servizi, alle altre grandi città europee. Inconcepibile, per Anna Maria Maisto (Azzurri Noi Sud Napoli) che il Comune ricavi tanto poco dalle visite ai siti monumentali, e addirittura nulla da Castel dell’Ovo, soprattutto considerando che si dovrà provvedere a nuove entrate per coprire almeno per un quarto le risorse concesse dal Patto per Napoli. Stando così le cose, ha detto Gennaro Esposito (Manfredi Sindaco) sarà difficile evitare che la gestione sia esternalizzata. Va invece assolutamente garantita la demanialità costituzionale pubblica dei beni, per Alessandra Clemente (Misto) dopo un decennio di depauperamento del Comune e anche della governance pubblica locale attuata dai governi centrali. Proprio a causa dell’inerzia amministrativa durata dieci anni, ha detto Iris Savastano (Forza Italia), cultura e turismo si scontrano oggi con problematiche difficilissime: un sentimento di tristezza invade chi oggi guarda questo patrimonio ridotto in condizioni pessime, ha concluso, per cui quella di esternalizzare la gestione è una scelta obbligata.
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