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NUOVO CINEMA PARADISO, la nuova generazione del cinema italiano, vista dall’obiettivo di DAVIDE MUSTO
un progetto itinerante a cura di Federico Poletti
In occasione di MIA – MILAN IMAGE ART FAIR (dal 28 aprile al 1 maggio) – la fiera internazionale dedicata alla fotografia in Italia – apre la mostra “Nuovo Cinema Paradiso” di Davide Musto, un percorso fotografico che esplora la nuova generazione del cinema italiano. Il progetto itinerante – curato da Federico Poletti – intende valorizzare il panorama dei nuovi talenti italiani che si è formato in questi ultimi anni, riscuotendo un successo globale grazie alle nuove piattaforme di streaming video.
Davide Musto, fotografo di origine palermitane di base a Roma, segue da anni questo scenario magmatico di giovani e talentuosi artisti; il suo istinto e occhio attento allo scouting gli hanno permesso di catturare molto in anticipo sui tempi numerosi volti che oggi si stanno facendo conoscere anche a livello internazionale, come Rocco Fasano, Lorenzo Zurzolo, Edoardo Purgatori, Eduardo Scarpetta, Giancarlo Commare, Ema Stokholma e Maria Chiara Giannetta tanto per citarne alcuni, che saranno presenti in mostra. La visione di Musto combina sensualità e un’estetica attenta alla moda, una ricerca ricca di contrasti proprio come la sua terra d’origine, la Sicilia.
Commenta il fotografo e talent scouter Davide Musto: “Da un’innata passione per cinema e teatro e vivendo a Roma da molti anni il mondo del cinema è arrivato in modo naturale. Ho la fortuna di seguire e di cogliere le evoluzioni dei nuovi talenti e i cambiamenti socio culturali che lo stesso settore e i suoi giovani attori ci regalano quotidianamente. Il mio è un impegno costante nella ricerca e nella scoperta di nuovi volti che accompagno insieme a storie di moda. Sono da sempre attratto da quello sguardo cinematografico e appeal internazionale che riconosco per istinto. Così anni fa mi aveva colpito il magnetismo di Rocco Fasano, all’epoca modello, che sarebbe poi diventato uno dei protagonisti di Skam Italia. E ancora la personalità di un giovanissimo Francesco Gheghi, classe 2002, che sta riscuotendo grande interesse nel film Il Filo Invisibile. Fino a Maria Chiara Giannetta che avevo notato nelle vesti di Blanca, la serie che ha poi sbancato lo share targata RAI1, conquistando poi il grande pubblico per la sua co-conduzione al Festival di Sanremo al fianco di Amadeus”.
Questa mostra, che parte da Milano al MIA ART FAIR, proseguirà poi per Roma, Noto (giugno/luglio), fino ad arrivare al Festival del Cinema Internazionale di Venezia a settembre, arricchendosi di tappa in tappa con nuovi contenuti fotografici e di video.
“Il cinema sta cambiando, come dimostra il successo di piattaforme digitali come Netflix o Amazon Prime, che si sono rivelate di vitale importanza, dando vita a una marea di produzioni che mettono in moto e nutrono tutto il sistema di attori, attrici e addetti ai lavori. Il cinema italiano vive un nuovo fermento grazie a una new generation di attori versatili e molto preparati. Con questa mostra itinerante vogliamo dare spazio e promuovere questa sorprendente scena creativa per farla conoscere a un pubblico attento alla fotografia e alla moda” conclude il giornalista e curatore Federico Poletti
Sul questa nuovo panorama del cinema italiano ha scritto il giornalista e saggista Antonio Mancinelli: “C’era una volta il cinema italiano, quel mix di arte, impegno, tecnologia, business: un crogiuolo di letterati, intellettuali, illuminati finanziatori, registi che rischiavano, maestranze di grande ingegno, che ha nutrito con le sue opere l’immaginario universale per quasi un secolo intero: il Novecento… E adesso? Insidiato dalle piattaforme in streaming planetarie, poco o nulla aiutato dal sistema politico, è distribuito poco all’estero se non nel caso di rari, grandi nomi che assicurino un sicuro ritorno economico – Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, Giuseppe Tornatore, Mario Martone, Paolo Virzì e pochissimi altri – che ci fanno temere per la sua capacità incisiva sulla contemporaneità come invece era successo per la generazione degli autori del secolo (ma è anche trascorso un Millennio) scorso. Il punto è che lamentarsi non ha senso, né tantomeno crogiolarsi in una nostalgia di sale fumose dove il fascio di luce faceva vivere sullo schermo storie fantastiche o iperreali, secondo la solita narrazione di «era meglio prima», quando è invecchiato anche il Nuovo Cinema Paradiso. Puntualmente, ogni cinque anni circa, qualche critico recupera l’idea che il cinema italiano stia vivendo una nouvelle vague: si parla allora di una particolare visibilità italiana e internazionale delle nuove generazioni di autori, di un recupero delle quote di incassi del cinema italiano rispetto a quello straniero, di un’improvvisa notorietà dei divi nostrani…Una volta c’erano il grande e il piccolo schermo le cui dimensioni distinguevano due media differenti – il cinema e la televisione –, con linguaggi differenti, pubblici differenti, contenuti differenti. Oggi è tutto intrecciato con tutto, con raffinatezze progettuali e ideative straordinarie, e ogni nuova piattaforma che si presta a veicolare immagini in movimento, video e audiovisivi deve reinventarsi quasi da zero una poetica e un’estetica, per non dire le forme della narrazione e della figurazione. La condizione è tale per cui l’avvento del digitale ha scompigliato le carte, di modo che l’imbuto del computer ridistribuisce di continuo non solo quello che una volta era il sistema delle belle arti, ma anche i media stessi, portati a ibridarsi euforicamente fra di loro.
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