RESTARE VIVI

DI MARTINA NERI

lo

Restare vivi è un documentario del 2016 che parla di poesia e dei pazzi, attraverso la voce della star del rock Iggy Pop e dello scrittore Michel Houellebecq. Scritto da Houellebecq, sceneggiatura di Erik Lieshout.

Il saggio è stato scritto nel 1991 e risale all’origine della poesia, della sofferenza.  La sofferenza è il punto comune nelle storie dei personaggi che vengono mostrati nel film, tra una narrazione poetica e immagini di vita spezzata. 

Il primo passo del poeta è ritornare all’origine della sofferenza, ogni sofferenza è utile, dice Iggy Pop. Le immagini della vita di pazienti in clinica psichiatrica o in casa raccontano la loro sofferenza, nelle immagini in primo piano.  “Il primo passo del poeta è tornare all’origine cioè la sofferenza, ogni sofferenza è utile”. 

La poesia sta nel film come il film sta nella poesia, ogni immagine è utile a trasmettere il testo ed il testo letto di sottofondo dà allo spettatore la sensazione di un documentario poetico e drammatico, esso fa ragionare e pensare. Ragionare su un pensiero semplice sulla vita, su cui, forse, nessuno si sarebbe messo a pensare da solo.  La sofferenza sta nella vita di tutti e in quella del poeta sembra essere un punto chiave per la sua arte.

La sofferenza è presente in chi sta nell’ospedale psichiatrico o in chi ha perso una persona cara. I personaggi hanno tutti una tristezza da raccontare, tre uomini ed una donna cicciottella, parlano di sé mentre Iggy Pop legge il libro.

“Il suicidio non risolve nulla, se Boudelaire fosse riuscito a suicidarsi quando voleva, non avrebbe risolto nulla”. 

I personaggi con i loro piccoli drammi si susseguono alla voce narrante sino alla fine del film. Igghy Pop legge il libro fino alla fine ed accompagna lo spettatore ed i drammi dei protagonisti per 90 minuti.