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Dal 25 novembre 2021 al 20 marzo 2022

Fiori d’autunno

Rotazione di lacche e inro giapponesi

Il tema conduttore della nuova rotazione di lacche e inro giapponesi, eseguita periodicamente per mettere a riposo gli oggetti più delicati, corre sul filo dei petali di crisantemo.

Questo fiore, che in Occidente è associato principalmente al culto dei morti, in Oriente ha una valenza più ampia e variegata: oltre a essere il simbolo della casata imperiale giapponese in quanto richiamo all’astro solare, il crisantemo è infatti legato ai concetti di forzaprosperità e immortalità e viene per questo utilizzato in maniera ricorrente come motivo decorativo di preziosi manufatti, fra cui le delicate lacche esposte al MAO.

L’arte della laccatura ha origini antichissime e consiste nel rivestire con rhus verniciflua, una sostanza di origine vegetale, l’oggetto in legno, levigandolo per fargli acquisire un aspetto liscio e brillante. Durante il periodo Heian (794-1185 d.C.), grazie a influenze provenienti dalla Cina, la tecnica si affina e si impreziosisce: risale infatti a questo periodo l’utilizzo dell’intarsio e della lamina d’oro e d’argento, che trasforma oggetti di uso domestico o sacro in piccole opere d’arte.

Tra gli esemplari in lacca esposti in occasione della rotazione trovano spazio una scatola contenente il necessario per annerire i denti hagurobako, una delicata scatolina per conservare i plettri da koto (una cetra a tredici corde) decorata con crisantemi in rilievo e una scatola da scrittoio suzuribako ornata con una raffigurazione di Kikujido, protagonista di una storia legata alla diffusione del buddhismo. Secondo questa leggenda, viveva in Cina un bambino chiamato Kikujido (Fanciullo che Ama i Crisantemi). Egli scrisse dei passi di scritture buddhiste su foglie di crisantemo e le depose in un fiume: le sue acque si tramutarono in un liquido miracoloso che poteva guarire ogni male.

All’interno della scatola da scrittoio sono contenuti una boccetta per l’acqua in argento, una pietra nera da inchiostro, un pennello in bambù, un poggia-pennello a forma di montagna, in cristallo di rocca, e due barrette d’inchiostro.

Accanto alle lacche vengono esposti anche tre inro, preziose scatoline a compartimenti impilati, originariamente utilizzati per trasportare il sigillo personale e la ceralacca: fra questi è particolarmente degno di nota un inro che presenta una decorazione esterna caratterizzata da grandi mon (emblemi) in oro che raffigurano il fiore di kikyo, il sigillo della campanula, inscritto in un anello. Questo simbolo è il mon principale di un ramo del potentissimo clan Matsudaira, dal quale proveniva lo stesso fondatore dello shogunato di Edo, Tokugawa Ieyasu.