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Prosegue il nostro viaggio nei luoghi dell’arte in Italia e questa volta a rispondere a qualche domanda è il Founder di Farm Culture Park di Favara in Sicilia, Andrea Bartoli che nel 2010 ha dato vita ad una sogno, non facile da realizzare.

Farm Culture Park è un percorso che si estende in 1.750mq dedicati alla cultura dell’arte Contemporanea e all’architettura tramandata ricca di storia e di tradizioni. A dare vita a questo progetto sono stati più di 100 artisti e con enorme soddisfazione, in tutta l’area, sono arrivati a picchi di più di 100mila visitatori all’anno diventando un modello per altre realtà.

  1.  Da dove arrivano i vostri utenti e quali sono i numeri?

Ospitiamo circa 60mila persone l’anno. Prima della pandemia siamo arrivati a picchi di 100mila.

Un terzo mondo, un terzo Italia, un terzo Sicilia.

Perlopiù giovani, colti.

  •  Com’è nata l’idea di Farm Culture Park? E quando è nata?

E’ nata nel 2010 come dispositivo di compensazione.

Volevamo ritornare in Sicilia e viverci bene e non avevamo nessuna voglia di aspettare che qualcuno ci cambiasse la vita.

  •  “La bellezza salverà il mondo” e Voi siete un esempio

Avete trovato difficoltà quando avete deciso di dare vita che a qualcuno poteva essere solo un sogno visionario?

La Bellezza salverà certamente chi la riconosce, la frequenta e la genera. Questo è sicuro.

Farm è un giocattolo complesso, ovviamente genera difficoltà tutti i giorni. Se non fosse così sarebbe una fiaba.

  •  E soprattutto pensavate di diventare “Tappa” fondamentale dell’arte contemporanea?

E’ divertente perché siamo conosciuti per l’arte contemporanea ma qui, l’arte, l’architettura e tutte le forme di espressione della creatività si mettono al servizio dello sviluppo di un territorio. Questa è la cosa più importante.

  •  Quali sono i prossimi progetti post pandemia?

Il tempo che stiamo vivendo, le restrizioni legate all’emergenza pandemica hanno imposto una necessità di ripensamento delle nostre vite come persone e come organizzazioni.

Farm ha nel suo dna, quello di cambiare continuamente ma nell’ultimo anno più di prima ha deciso di rimettere in discussione la propria missione, le sue progettualità, strategie, azioni e come allocare le sue risorse.

Lo ha fatto e continuerà a farlo ponendosi in ascolto e apprendimento perpetuo con il cd. Museo delle Persone, con gli stakeholder, la comunità di artisti e creativi, i territori nei quali opera e quelli limitrofi.

Dopo aver portato fuori Favara, un poco in tutto il Paese, organi vitali di Farm come Sou, la Scuola di Architettura per bambin* e Prime Minister, la Scuola di Politica per giovani donne, ha deciso di far nascere altre Farm in altre città.

Non cloni di Favara, ma luoghi complementari a Farm Cultural Park a Favara.

Maurizio Carta parla del “multiverso di Farm” quelle che spesso vengono denominate “dimensioni parallele” come universi coesistenti fuori dal nostro spazio tempo.

La prima “Galassia” di questo “multiverso di Farm” si trova a Mazzarino con due e potenzialmente “n luoghi della città” in cui operarà Farm: The Embassy of Farm, un luogo destinato alle attività di diplomazia culturale inaugurato il 7-8 gennaio 2022 con due straordinari giorni di arte, cultura e creatività in cui la comunità internazionale di Farm si è magnificamente messa in relazione con cittadini e classe dirigente di Mazzarino.

Il secondo luogo, Plurals-broaedn horizons,  limitrofo al primo, all’interno di Palazzo Tortorici, che verrà inaugurato il 24 giugno 2022, intende essere una nuova infrastruttura sociale e culturale per Mazzarino con approcci transdisciplinari radicali, che si mette al servizio delle Comunità, e si propone di riattivare il ruolo dell’Architettura come catalizzatore sociale e motore di sviluppo di un territorio.

Quanti artisti hanno lasciato il “segno” nel Vostro progetto?

Certamente tutti.

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